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I.S.I.S.

25 Novembre 2015 Written by 
in Idee
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Impossibile non commentare la tremenda serie di attentati accaduti quest’anno, la prima cosa che ho notato è che per le televisioni ci sono attentati di serie A e di serie B. Per esempio il centinaio di morti per l’attentato al corteo pacifista in favore dei curdi ad Ankara (Turchia) del 10 ottobre (in quanti se lo ricordano?) non ha fatto molto clamore, anche se la gravità era paragonabile a quello di Parigi. Anche in questo caso è stata addossata la colpa all’ISIS, ma nessuno se ne è preoccupato più di tanto, tanto l’unico a trarne vantaggio è stato il presidente uscente che nelle successive elezioni si è ripreso la maggioranza assoluta che aveva appena perso! Inoltre ha avuto una buona scusa per bombardare i curdi (che combattono contro l’ISIS!).

L’ombra del terrorismo di stato è forte e ci fa capire che a pochi importano le sorti del popolo curdo, tanto più che con le sue richieste di libertà continua a disturbare la comunità internazionale (e lo stato turco). Una comunità internazionale che non vuole saperne di rispettare i diritti dei popoli, compreso quello veneto, ma di questi problemi non si deve parlare, del rispetto dei diritti umani bisogna tacere, la gente non deve sapere, ma di questo parleremo un’altra volta.

Altro attentato che ha destato scalpore all’inizio dell’anno è stato quello al settimanale satirico “Charlie Hebdo”, l’intera redazione è stata sterminata, ma poi è successo qualcosa di strano: sull’indagine della magistratura è stato posto il segreto di stato! Ma no, anche in Francia l’ombra dei servizi segreti, sembra di essere tornati indietro nel tempo: agli anni 70 e 80 delle stragi italiane. Oppure quando furono incriminati i capi del servizi segreti perché avevano fatto sparire i pizzini di Totò Riina, si difesero dicendo che in quei biglietti c’erano i nomi di 1.000 alte cariche dello stato e pertanto furono assolti, perché eliminandoli salvarono lo stato italiano dal disastro!

Veniamo ora agli attentati più recenti quello dei kamikaze che si sono fatti esplodere nel quartiere sciita di Beirut il 12 novembre e quello dell’aereo russo fatto esplodere in volo il 31 ottobre. Anche qua ci troviamo di fronte ad attentati gravissimi e sanguinosi, ma considerati di serie B dalle TV. A chi interessa se a perdere la vita sono libanesi o russi? Contano solo le vite perse dagli occidentali… il resto del mondo non conta, questo razzismo strisciante non mi piace per niente. Eppure siamo di fronte a forze che combattevano seriamene e veramente contro l’ISIS, cioè ci stavano aiutando in questa lotta al terrorismo, ma anche a loro non è stato data grande importanza e nemmeno grande risalto mediatico.

Infine ecco gli attentati di Parigi ed è successo il finimondo, ma andiamo con ordine da qualche anno a questa parte il terrorismo si è sviluppato su scala mondiale, ma da dove sono saltati fuori tutti questi terroristi? Chi ha creato, finanziato, mantenuto e pilotato tutte queste organizzazioni?

Per capire da dove è nato tutto bisogna ritornare al tempo dell’invasione dell’Afghanistan da parte dell’Unione Sovietica (1979-1989), in quei tempi, come dichiarato da Hillary Clinton, furono armati dei mujahideen in Pakistan con il compito di combattere i russi, ma quando i Russi abbandonarono l’Afghanistan quei fanatici armati furono lasciati là senza preoccuparsi di cosa avrebbero potuto fare e cosa sarebbero potuti diventare; infatti si trasformarono in Al-Qaeda e addirittura pare che Osama Bin Laden che poi diventerà il nemico numero uno degli Stati Uniti all’inizio lavorasse per la Cia.

Poi la guerra in Iraq con l’eliminazione di Saddam Hussein fece il resto, mettendo il paese nel caos, adesso anche Tony Blair chiede scusa del pasticcio combinato, a questo aggiungiamo l’aggressione armata della NATO alla Libia e la conseguente uccisione di Gheddafi che consegnò anche quelle zone nelle mani degli estremisti islamici.

Per completare lo scacchiere mancava la destituzione del re di Siria Bashar al-Assad e per fare questo qual è stata la geniale pensata? Armare, finanziare addestrare l’ISIS, questo per ammissione di senatori americani e anche di funzionari della CIA.

Possiamo pensare che la situazione sia un po’ sfuggita di mano perché l’ISIS non si è limitato alla Siria, ma si è “allargato” anche all’Iraq. Inoltre se anche la Siria finisse definitivamente nelle mani dell’ISIS pensiamo veramente che questi siano migliori, più sicuri e umani di Assad? Penso proprio di no! Poi è chiaro che questi non si fermeranno o c’è qualcuno che lo pensa davvero? Possiamo solo dire chi semina vento raccoglie tempesta!

Certamente adesso ci dicono che bisogna appoggiare solo i “terroristi moderati” contro Assad e non l’ISIS, ma fino a quando resteranno moderati? Sempre ammesso che un guerrigliero terrorista si possa considerare moderato, e dov’è il confine tra gli uni e gli altri? Ovviamente non c’è ed è per questo che l’ISIS è così forte. Infatti siamo sicuri che tutti combattano veramente contro lo stato islamico come dicono? Evidentemente no, l’esercito islamico gode di pesanti appoggi che lo riforniscono di soldi e armamenti, nonostante le false dichiarazioni! E chi potrebbero essere questi? Tutti quelli che vogliono abbattere il regime di Assad e cioè Turchia, Arabia Saudita, Usa, Israele, Francia, Qatar, ecc. ecc. E invece chi lo combatte veramente? Sicuramente l’esercito regolare Siriano, i Curdi, i Russi, gli hezbollah libanesi e l’Iran.

Si vuole esportare la democrazia? Abbiamo visto che razza di democrazia c’è in Iraq e in Libia dopo l’intervento occidentale. O si vuole liberté egalité fraternité alla francese come quando Napoleone è venuto da noi? A scuola non ce lo dicono, ma i signori francesi, anche se appoggiati da qualche veneto giacobino o massone, fecero ogni tipo di razzia, ci spogliarono delle nostre ricchezze, cancellarono la nostra cultura con i suoi simboli, ci tolsero la nostra libera repubblica e ci consegnarono nelle mani di una monarchia straniera, austriaca prima e italiana poi.

Adesso abbiamo capito perché stanno parlando di terza guerra mondiale già iniziata. Abbiamo capito anche che lo scopo è di mettere nel caos mezzo mondo e così poter continuare un’infinita guerra ai terroristi, che seguitano a creare. Quando siamo minacciati non ci lamentiamo delle tasse e dei disservizi, ma stiamo tutti buoni e ci uniamo a sostegno dei governi che combattono le loro stesse creature del terrore che ovviamente se la prendono con noi poveri civili indifesi.

Ma qual’ è lo scopo dei terroristi? Cos’è che li muove? Qua bisogna analizzare ogni singolo attacco e fare un distinguo tra mandanti ed esecutori materiali, perché gli esecutori sono convinti di una cosa, mentre i cinici mandanti hanno degli scopi e dei fini ben diversi.

Parliamo prima dei mandanti, come per gli omicidi, anche per gli attentati, per trovare il colpevole bisogna trovare il movente! Ma quale può essere stato il movente degli attentati di Parigi? Sappiamo che subito dopo è stato annunciato l’annullamento della visita in Francia ed in Italia del presidente iraniano Rohani. Guarda che coincidenza è proprio quello che volevano a Riyad, in Arabia Saudita, (e non solo): evitare che l’Iran normalizzi i suoi rapporti con l’Europa. Questo, a mio avviso, è stato il vero movente degli attentati: bloccare gli accordi con l’Iran e alzare il livello di tensione.

Ecco che abbiamo capito che i mandanti degli attentati ben difficilmente sono pazzi integralisti come ci vogliono far credere, ma ci troviamo di fronte a piani ben finalizzati di servizi segreti di stati senza scrupoli che per i loro sporchi obiettivi sono disposti a sacrificare tante vite innocenti. Per questo si capisce anche perché non si riesce ad evitarli o perché sono gli stessi servizi segreti ad organizzarli oppure dai loro colleghi di qualche altro stato. Solo così si può spiegare questa capacità di colpire in modo così inaspettato e imprevedibile. E quando la magistratura arriva a scoprire qualcosa? Ecco che arriva pronto il segreto di stato e i depistaggi così tutto torna a posto e la gente non viene a sapere niente.

Diverso il discorso degli esecutori quelli forse veramente credono di essere dei martiri e di avere una ricompensa nell’aldilà, ma andiamo a vedere chi erano gli otto attentatori di Parigi. Se è vero che non tutti gli immigrati sono terroristi e altrettanto vero tutti i terroristi erano immigrati: due “rifugiati” arrivati coi barconi (alla faccia di chi dice che lì in mezzo non ci sono terroristi) e sei immigrati di quarta e quinta generazione. Questo ci deve far pensare parecchio, perché ci fa capire che queste persone dopo tutto questo tempo non si sono ancora integrate. Uno di questi ha lasciato un biglietto con scritto: “Non c’è posto per me in questo paese”. Questo ci fa comprendere il grande dolore interiore e la grande infelicità che c’era dentro queste persone trasformate in strumenti di morte. Questa è la prova che il modello di società che stanno costruendo va bene solo per creare problemi e infelicità. E stiamo parlando della moderne Parigi e Bruxelles, ma questi ragazzi avevano già la morte dentro ancora prima di farsi saltare in aria! Ma che razza di società stiamo creando?

Uno potrebbe obiettare che in Australia, Nuova Zelanda e Americhe la società multiculturale funziona, ma non è vero, perché in quei paesi ci troviamo di fronte a società che sono in pratica monoculturali con ferreo controllo sull’immigrazione! Infatti c’è un forte sentimento nazionale che unisce, però nonostante questo i fenomeni di ghettizzazione e disadattamento non mancano. Direi piuttosto che sono multirazziali, il colore della pelle non è un problema se la cultura è affine o almeno compatibile. Nel nostro caso questi immigrati sono di razza bianca, ma non c’è stata integrazione nonostante le tante generazioni, perché le culture sono troppo diverse e incompatibili. Inoltre le società americane sono nate sull’annientamento delle civiltà indigene e gli immigrati hanno imposto la loro cultura, oltre ad avere a disposizione enormi spazi disabitati. Cosa che non è fattibile, ne paragonabile all’Europa.

Allora alla luce di questi dati di fatto, ripeto dati di fatto, capiamo che favorire l’immigrazione e continuare a “deportare” persone con culture profondamente diverse e incompatibili con la nostra crea solo disadattamento ed emarginazione che portano frustrazioni e all’infelicità. Inoltre se la percentuale di immigrati è entro certi limiti (che abbiamo già superato da un pezzo) forse si riesce nell’integrazione, altrimenti si va incontro al fenomeno della ghettizzazione, appunto come si è verificato in molte zone d’America.

Adesso dicono che bisogna intervenire nelle periferie… ma la verità è che nessuno sa come e cosa fare, perché quando le differenze culturali sono così profonde l’integrazione non può esserci. Bisognerebbe cambiare radicalmente le politiche migratorie in Europa, dare un futuro a tutte queste genti nella loro terra con la loro cultura! Uno potrebbe obiettare che là c’è guerra, a parte che solo uno su dieci scappa veramente dalla guerra, mentre gli altri cercano benessere, ma non dimentichiamo che la guerra l’abbiamo creata noi! Da quando ci sono le guerre i campi profughi si creano in luoghi sicuri nelle vicinanze del conflitto e appena finito tutti tornano a casa a ricostruire, da quando in qua si deportano i profughi e gli sfollati? Anche perché là ci costano un euro al giorno, qua trentacinque! E cosa diremo a queste persone quando scopriranno che lavoro non ce n’è e che il benessere sperato non arriverà mai?

Questa politica migratoria sta solo creando un mondo di infelicità e di problemi, speriamo di riuscire a cambiarla in fretta, anche perché, mi pare, sia già troppo tardi.

Francesco Falezza

3813 Last modified on Venerdì, 27 Novembre 2015 16:20
Francesco

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