La vera storia Veneta

21 Giugno 2013
Published in Indipendenza perché
Desidero affrontare ancora il tema della nostra storia, a dir la verità questa materia non mi è mai piaciuta molto, almeno fino a che ho capito che qualcosa non quadrava. Nonostante tanti anni di studio a scuola, mi mancavano dei pezzi di storia moderna (1.400-1800) e allora ho deciso di andare colmare quelle lacune per scoprire cos’era successo in quel periodo.
Internet è un portento, così ho potuto accedere a dei documenti originali ed a delle ricerche che mi hanno permesso di fare la triste scoperta che a scuola mi avevano insegnato un sacco di balle, avevano omesso un sacco di cose che ci riguardavano e interpretate in modo, a dir poco, “creativo” tante altre… veramente facevo fatica a credere ai miei occhi. Ho scoperto che i buchi c’erano prima e anche dopo, in definitiva mi sono reso conto che la storia del popolo Veneto è stata quasi completamente rimossa dai libri di scuola e che oltre tremila anni di storia di questo popolo vengono liquidati in poche righe (quando va bene).
È vero che a scuola non si può studiare tutto, ma almeno la storia del proprio popolo e del proprio territorio dovrebbe far parte dei programmi, tutti gli appartenenti al popolo Veneto avrebbero il diritto di conoscere e studiare il proprio passato, ma a scuola non viene insegnata la storia del nostro popolo, omettendo fatti di importanza fondamentale, enfatizzando dettagli insignificanti, travisando e mistificando gli avvenimenti si può far dire alla storia quello che si vuole. Questo mi ha convinto che la storia non è una realtà dei fatti indiscutibile e inoppugnabile, ma solo l’opinione di chi ce la racconta.
Per questo motivo sono andato a vedere i fatti e le cose che sono accadute veramente e mi son fatto un’opinione completamente diversa da quella che mi avevano “inculcato”, ecco in modo molto sintetico ed estremamente conciso il riassunto di quello che ho scoperto:
Il nostro territorio è abitato fin dal paleolitico, ritrovamenti e testimonianze della nostra civiltà sono numerosi arrivando al neolitico, fino circa all’età del ferro quando avviene una fusione tra abitanti locali e una popolazione indo-europea che arriva nei nostri territori (esistono molte leggende e teorie sull’origine di questo popolo), da questa fusione nasce la grande civiltà Veneta, basata sull’agricoltura e sul commercio, che usa le vie d’acqua per far viaggiare le merci. (per chi volesse approfondire:http://it.wikipedia.org/wiki/Veneti e Nel tempo della dea, Ronchin, Edar).
In questo periodo Este e Padova sono delle grandi città, e, per capirci, mentre Romolo e Remo stanno ancora succhiando il latte dalla lupa, da noi c’è già una grande civiltà. Andando avanti si racconta di alcune influenze celtiche, ma il dato di fatto inoppugnabile è l’alleanza tra Veneti e Romani contro Galli e Celti. Quello che non si trova sui libri di scuola è che quando Brenno mise in scacco Roma i Veneti soccorsero i romani con 10.000 soldati e Brenno si ritirò. In pratica Roma senza l’aiuto dei Veneti sarebbe capitolata, e l’Impero Romano non sarebbe mai esistito, invece l’invincibile alleanza Veneto-Romana diede vita al grande impero e mise le basi di quella che sarebbe stata la cultura europea. Possiamo dire di essere stati determinanti nello scrivere e decidere la storia del mondo.
Sui tanti testi scolastici si racconta che i Veneti sarebbero stati invasi o addirittura sottomessi ai romani, ma questa è solo una grande balla, i Veneti nel primo secolo A.C. adottarono il latino come lingua abbandonando il venetico, anche questo viene interpretato da tanti storici come un segno di sottomissione o addirittura di assimilazione alla cultura romana, ma non si tiene conto, invece che quella cultura è la risultante delle culture del periodo, non imposta, ma condivisa. Così, come ora, tutto il mondo va allo stadio per vedere le partite allora si andava nelle arene per vedere i “giochi” dei gladiatori. È ovvio inoltre che in quel periodo non fosse possibile avere il multilinguismo e pertanto adottare una lingua unica era una necessità, ma adottare una lingua non significa necessariamente sottomissione o assimilazione.

 

Infatti al tempo di Augusto il popolo Veneto è organizzato nella X regio della Venetia et Histria e questo esclude ogni tipo di assimilazione, le legioni venete erano le “teste di cuoio” del periodo impiegate nei casi più difficili proprio per le loro capacità.
Quello che non bisogna fare, in puro stile di propaganda neofascista, è paragonare la Roma di allora con la Roma di oggi e, peggio ancora, paragonare l’Impero Romano di allora con l’Italia di oggi (mi astengo da ogni commento per non diventare scurrile…), se proprio vogliamo fare delle similitudini, si potrebbe dire che la Roma di allora è paragonabile alla Brussel di oggi, e il dominio di allora all’Europa di oggi. Da questo si desume che così come allora il Popolo Veneto era organizzato in una “regio” dell’Impero Romano adesso dovrebbe essere in uno stato indipendente dell’Unione Europea.
Poi, con la fine dell’impero Romano e le invasioni barbariche non fu un gran periodo, ma, se vogliamo trovare dei punti positivi, la fuga della popolazione nella laguna determinò la nascita di Venezia, che ricordiamolo, non fu mai invasa.
Dopo il caos determinato da queste invasioni abbiamo l’età dei comuni dove i principi germanici governano sulla popolazione e sulle città venete. Nelle terre venete si trovano particolarmente bene visto che Verona, per un certo periodo, diventa capitale. C’è da dire che, se i barbari hanno conquistato il nostro territorio, la nostra cultura ha conquistato loro, infatti noi non siamo diventati barbari, ma loro sono diventati veneti, così nemmeno questa volta siamo stati assimilati o cancellati.
Intanto Venezia prosperava all’interno dell’impero Bizantino (Impero Romano d’oriente) fino ad affrancarsi e diventare indipendente. Con il commercio Venezia diventa molto ricca ed inizia ad espandersi sia verso il mare (Stato da Mar) che verso la terra ferma (Stato de Tera), liberando le città venete.
Le città si donano alla Serenissima una dopo l’altra, sia per convenienza, ma certamente col favore delle  popolazioni Venete, così intorno al 1.400 il popolo Veneto torna unito nella Veneta Serenissima Repubblica.
Il popolo Veneto (come sempre quando si ritrova unito) conosce un momento molto felice e di prosperità, la nostra repubblica era all’avanguardia rispetto al resto d’Europa, dove c’erano ancora monarchie più o meno illuminate. È vero che la repubblica era oligarchica, ma bisogna tener conto del periodo, grande autonomia amministrativa era concessa ai territori, inoltre quando nel resto d’Europa si bruciavano ancora le streghe e gli eretici, da noi c’era il rispetto e il rifiorire dell’arte, della scienza, delle culture e del commercio, la nostra Repubblica faceva da rifugio ed accoglieva artisti e scienziati provenienti da tutta Europa.
La Repubblica Veneta rivestiva un ruolo centrale in Europa, si dice perfino che la lingua Veneta era quella più usata negli scambi commerciali, fondamentale e decisivo anche il nostro apporto nella battaglia di Lepanto per fermare l’avanzata turca, senza di noi probabilmente l’Europa adesso sarebbe in buona parte islamica, possiamo dire senza peccare di presunzione che, per la seconda volta, siamo stati determinanti per le sorti del nostro continente e forse del mondo intero…
Verso la fine del ‘700 una crisi economica investì gran parte dell’Europa ed anche la Repubblica Veneta vi si trovò coinvolta, da tempo in difficoltà per gli ostacoli sorti nel commercio con l’oriente dovuti all’espansione ottomana e alla concorrenza delle grandi potenze europee. In Francia questa crisi sfociò nella rivoluzione e nuovi ideali di libertà e democrazia cominciarono a diffondersi per l’Europa.
La Francia rivoluzionaria decise di esportare la propria rivoluzione al resto d’Europa decidendo di invadere i paesi cosiddetti contro rivoluzionari, i giovani generali e l’esercito fortemente motivato ottenne grandi vittorie, ma noi sappiamo che la guerra è usata spesso come antidoto per le crisi economiche e probabilmente fu così anche in questo caso.
Così il generale Napoleone fu mandato ad invadere la pianura padana, i governanti Veneti, forse pensando di fare la “furbata” del secolo, si dichiararono neutrali credendo così di evitare la guerra e l’invasione. I Veneti in genere sono molto aperti all’innovazione e all’internazionalizzazione, la Repubblica Veneta era molto avanzata rispetto al resto d’Europa e probabilmente pensavano che qualche piccola riforma, tipo l’allargamento della base elettorale potesse bastare, ma sicuramente anche molti traditori della repubblica ordivano e tramavano segretamente per dare seguito ai principi della rivoluzione francese o forse erano più preoccupati a difendere i propri averi che il bene comune.
Il ragionamento che portò al pacifismo estremo della repubblica, oltre a denotare un’ingenuità (per non dire di peggio) spaventosa, era chiaramente un suicidio, perché le armate napoleoniche venivano pagate con le razzie compiute sui territori invasi, pertanto una volta concesso loro il permesso di attraversare le terre venete era evidente che era inevitabile subire le depredazioni che servivano per il loro sostentamento.
Ovviamente Napoleone violando i patti e il diritto internazionale, non rispettò la neutralità della Repubblica Veneta e una volta arrivato sul territorio con le proprie truppe l’obbligò alla resa.
C’è da dire che il Maggior Consiglio del 12 maggio 1797 che decretò il passaggio del poteri alla Municipalità Provvisoria non aveva il numero legale per prendere quella decisione, e che quella decisione presa con spari in atto e con i votanti terrorizzati non può essere considerata valida, ma sicuramente qualche traditore tramava da tempo nell’ombra per ottenere questo scopo. Il popolo insorse contro questa decisione e fu preso letteralmente a cannonate ( per approfondire con documenti originali:http://www.veneziadoc.net/Storia-di-Venezia/Antonio-Margarini.php).
Una volta al potere i francesi depredarono tutto quello che poterono, dalle casse dello stato alle opere d’arte, dalle chiese ai monasteri la quantità di ricchezze portate in Francia furono inestimabili.
Alla fine i poveri allocchi dei traditori veneti che un po’ speravano di avere un po’ più di potere e un po’ speravano in Libertè, Egalitè e Fraternite si ritrovarono depredati e con il re al posto della repubblica.
In quel periodo tantissime furono le insurrezioni popolari contro l’invasione Napoleonica, tutte represse nel sangue che va sulle coscienze dei nostri connazionali traditori (per chi volesse approfondire:http://www.ettorebeggiato.org/index.php?option=com_content&view=article&id=91&Itemid=121 ).
Il 17 ottobre 1797 col trattato di Campoformio viene decisa la fine della Repubblica Veneta con la spartizione delle terre Venete tra Austria e Francia, ovviamente questo trattato è illegittimo e illegale perché non si può decretare la fine di uno stato in questo modo, in pratica si sono spartiti delle terre che non erano sue.
Dopo il periodo Francese, a fasi alterne, passammo sotto dominazione austriaca, occorre specificare che i Veneti in quel periodo non divennero ne francesi ne austriaci, ma cambiarono solamente dominatore.
Da circa la metà dell‘800, iniziò la campagna espansionista del regno del Piemonte che diede vita nel 1861 al regno d’Italia, le terre Venete ancora sotto dominazione austriaca facevano gola al neonato stato che si accordò con la Prussia per fare guerra all’Austria, il compito dell’Italia era quello di impegnare le truppe austriache a sud in modo che i Prussiani potessero sconfiggerli sul proprio fronte.
I Veneti in quel periodo facevano il servizio di leva nell’esercito austriaco e la marina Veneta era passata in blocco con quella austriaca, i soldati Veneti si batterono come leoni sconfiggendo le truppe italiane sia per mare a Lissa che per terra a Custoza, a Lissa fu proprio un equipaggio Veneto a speronare e ad affondare l’ammiraglia italiana, i soldati Veneti ottennero molte decorazioni militari per il valore dimostrato in battaglia, molti di quelli fatti prigionieri morirono di stenti nelle carceri italiane.
Nonostante le perdite, in virtù dell’accordo con la Prussia, l’Italia ottenne le terre Venete, probabilmente più di qualche Veneto pensò di tornare libero, ma dovette ben presto ricredersi.
L’Austria in virtù delle sue vittorie contro gli italiani pretese che le terre Venete tornassero indipendenti e che fosse fatto un plebiscito per finire sotto l’Italia, la Francia doveva fare da garante, anche questa volta la Francia non rispettò i patti e permise all’esercito italiano di entrare nelle terre Venete due giorni prima del referendum e la votazione fu una vera truffa si svolse in modo palese su seggi presidiati dall’esercito, per chi volesse approfondire:http://www.lindipendenza.com/truffa-beggiato/
I Veneti passarono dalla dominazione austriaca a quella italiana, che continuò, così come l’Austria a cancellare identità, cultura, usi, costumi e tradizioni Venete, aumentò la burocrazia in maniera incredibile al punto da far pentire gli stessi fautori della sottomissione all’Italia, aumentò le tasse mettendo la famosa tassa sul macinato che affamò ulteriormente le famiglie Venete. Pensate a che razza di crisi dovettero affrontare i nostri bisnonni: tutte le nostre ricchezze depredate, con la perdita dell’indipendenza tutte le ambasciate Venete furono chiuse e contemporaneamente si perse la possibilità di commercio con l’estero che era la base principale della nostra economia, c’erano vaste aree demaniali che erano fonte di sostentamento per le famiglie, specie quelle più povere, e queste vennero privatizzate, venne tassata perfino la farina! Con l’avvento della dominazione italiana comincia un periodo di miseria nera che fece migrare in varie ondate almeno la metà dei Veneti. Occorre specificare che, come quando siamo passati sotto dominazione francese e austriaca non siamo diventati ne francesi ne austriaci, ma siamo rimasti veneti, così ora che passiamo sotto dominazione italiana, non diventiamo italiani, ma rimaniamo veneti come da tremila anni a questa parte.
Con la dominazione italiana, oltre alla miseria nera, arrivarono altri “regali” come la prima guerra mondiale, combattuta quasi interamente sul nostro territorio e contro i nostri amici austriaci, poi arrivò il ventennio fascista con le leggi razziali, che ci portò alla seconda guerra mondiale. Ancora sangue, miseria e distruzione, ma non solo, come conseguenza della perdita della seconda guerra mondiale lo stato italiano perse l’Istria e la Dalmazia dove ci fu una spietata pulizia etnica e l’uccisione di una moltitudine di nostri connazionali Veneti (foibe) da parte dell’esercito Jugoslavo.
Noi Veneti avevamo convissuto con i Croati per secoli, molti di loro si erano arruolati nell’esercito della Serenissima ed erano fieri ed orgogliosi di servire la Repubblica Veneta, sono bastati pochi anni di dominazione italiana fascista per rovinare secoli di convivenza e creare i presupposti d’odio che hanno portato alle stragi e alla pulizia etnica di quel periodo.
Da ricordare il De Gasperi che, nonostante fosse Trentino/Veneto, (perché i trentini, checché se ne dica, sono veneti) pensò solo all’autonomia della sua Trento, condannando definitivamente Istria e Dalmazia alla dominazione Jugoslava prima e Croata poi, oltre a lasciare impunite stragi e pulizia etnica.
Così come nel ventennio fascista, anche dopo la guerra, lo stato italiano, sebbene diventato repubblica, continua a perpetuare una metodica, diabolica, criminale cancellazione di identità, storia, cultura, usi, costumi e tradizioni del popolo veneto, per creare una identità artificiale italiana imposta che non ci appartiene.
Molti tentano di giustificare questo con i morti che ci sono stati, ma i morti e le sofferenze non ci sono state per fare lo stato italiano, ma per colpa di quello stato che ha scatenato una miriade di guerre inutili, anzi scellerate e dannose, che, oltre a miseria, distruzione e morte hanno causato immani sofferenze ai veneti, agli italiani e al mondo intero!
Ancora adesso con le sue ruberie, la sua corruzione, i suoi crimini, i suoi sprechi e le sue inefficienze ci sta riportando indietro verso la miseria ricominciando una storia già vista.