Con metodo democratico

21 Giugno 2013
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Adesso sappiamo che la salvezza e la libertà del Popolo Veneto è il grande ideale che ci spinge, ideale che sarà realizzato solo con la piena indipendenza e sovranità del nostro popolo! Abbiamo capito anche che per raggiungere il nostro obiettivo è indispensabile avere un progetto con un preciso piano d’azioni.

Ma per sviluppare il progetto è necessario prima decidere il metodo che intendiamo usare per raggiungere l’obiettivo, perché, ovviamente, il progetto sarà diverso a seconda del metodo scelto.

Noi abbiamo scelto il metodo democratico e non violento… Perché? Perché è il più facile e il più efficace! Quello che può dare i migliori risultati nel più breve tempo possibile col minor dispendio di energie.

Andiamo a vedere in dettaglio i vantaggi di usare questo metodo:

·           Visto che ci sono molte leggi a livello mondiale, europeo e italiano che tutelano, difendono e, garantiscono i nostri diritti individuali e di popolo, cominciamo a chiedere quanto ci spetta! È assurdo avventurarsi in strane iniziative se prima non si è preteso con forza il rispetto di queste leggi! Sarebbe come un sindacato dei lavoratori indicesse un sciopero prima ancora di avanzare le proprie istanze. Prima si chiede e poi, se non ti ascoltano, allora si protesta. Cosa ovvia starete pensando… talmente ovvia che ancora nessuno l’ha fatta.

·           È il sistema più facile! Addirittura ti finanziano per portare avanti i tuoi diritti; infatti sono previsti contributi sia a livello italiano, europeo e mondiale per i popoli e i loro rappresentanti che lottano per i propri diritti. Perché ai Rom e ai Sinti sì ed ai Veneti no? Forse loro li chiedono e noi no? Forse abbiamo bisogno di più rappresentanti politici o di un piano d’azioni? Forse, ma comunque ci sono contributi per iniziative identitarie, culturali, storiche e politiche a cui si può attingere usando bene il sistema democratico.

·           È il sistema più efficace! Dall’interno è molto più facile cambiare le cose, come i virus informatici che entrano nei computer e ne prendono il controllo, allo stesso modo il sistema democratico è solo dall’interno che ti permette di agire. Dall’esterno scatta la repressione o il conflitto. Da posizioni di potere è sempre più efficace agire che non da semplici cittadini: facciamole nostre!

·           È il sistema più sicuro! Considerata la quantità di risorse che un ordine costituito ha a disposizione per far rispettare le proprie regole, diventa veramente autolesionista pensare di andarci contro dall’esterno. Pensiamo a esercito, polizia, guardia di finanza, servizi segreti e magistratura pronti a colpire chi viola le regole, mentre sono, o ,almeno dovrebbero essere, al servizio di chi le rispetta. È come doversi confrontare e scontrare con un energumeno: mai ritrovarsi da soli in un vicolo buio, o peggio ancora attaccar briga, perché in quel caso avremo la peggio e andrà a finir male, meglio farlo, piuttosto, in dibattiti pubblici, di fronte a molta gente dove anche lui deve rispettare le regole e mai dargli occasione di usare la forza, perché altrimenti saranno dolori. Allo stesso modo dovendo affrontare un avversario che ha molti più mezzi di noi è meglio scontrarsi sul campo dove noi siamo più forti, visto che le leggi ci danno ampiamente ragione. È come avere una formula uno che è fortissima finché rimane in pista, ma appena esce dal tracciato si trova bloccata nella terra, allo stesso modo noi finché rimaniamo nelle regole siamo i più forti e al sicuro, ma basta dargli anche solo una scusa che scatterà subito la repressione.

Abbiamo capito le pesanti motivazioni che ci hanno indotto a scegliere questo metodo, dopo aver letto queste spiegazioni penso che non rimanga spazio per considerare altri metodi molto più rischiosi e molto meno efficaci, almeno nella situazione attuale. Chi propone azioni rischiose o eclatanti o peggio violente può essere solo un ingenuo o uno mandato dal regime che non aspetta altro che avere una scusa per reprimere le nostre giuste istanze. È chiaro che la sfida non sarà facile e sappiamo bene che nelle nostre partite dovremo lottare anche contro gli arbitri, sappiamo anche che molti giudici e politici sono condizionati da poteri oscuri che sono contro la libertà delle persone e dei popoli, ma sappiamo di essere nel giusto e di percorrere l’unica strada che ci porterà verso la libertà.

Adesso non ci rimane che stendere il piano d’azioni per capire come raggiungere il nostro obiettivo e arrivare presto all’agognata libertà.

 

Francesco Falezza

Crisi economica

21 Giugno 2013
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Questo è il tema del momento, tutti parlano di crisi, ma un discorso chiaro sulle cause che l’hanno provocata  e sul modo di uscirne non l’ho ancora sentito.
Come prima cosa bisogna specificare di quale crisi parliamo, perché le crisi sono almeno due, una internazionale provocata da (come li chiamo io) “atti di criminalità bancaria” e un’altra, tutta italiana, provocata dal gigantesco debito di questo stato.
Io voglio analizzare la seconda per capire da cosa è provocata e, di conseguenza, capire come uscirne. La prima domanda è perché quando c’era la lira non c’erano tutti questi problemi? Quando c’era la lira e il debito diventava talmente grande da essere insostenibile, scattava una svalutazione di proporzioni bibliche che riportava il debito nelle giuste proporzioni, ovviamente chi aveva quattro soldi messi da parte si ritrovava con un pugno di mosche, però tra interessi alti e la scala mobile che ripristinava stipendi e pensioni si riusciva a riequilibrare il sistema, c’è da dire che questo “giochino”, chiamato “svalutazione competitiva” era permesso a livello internazionale per la posizione strategica dell’Italia, per cui tutti tacevano perché faceva comodo così.
Con l’avvento dell’euro che, a differenza della lira, non è carta straccia, ma moneta sonante, il giochino della svalutazione non si può ripetere, non solo, ma con il crollo del muro di Berlino e la perdita della posizione strategica dell’Italia, ha comportato che certe “cose” non vengono più tollerate, pertanto, per rimanere nell’euro bisogna avere i conti a posto, cioè entrate, uscite e debiti devono rimanere entro certi parametri di sostenibilità.
A questo punto c’è un’altra domanda a cui rispondere… come mai abbiamo i conti così in disordine e questo debito gigantesco? Forse un libro non basterebbe per spiegare tutto nei dettagli, cercherò comunque di sintetizzare e semplificare al massimo focalizzandomi sulle cose che ritengo più importanti. Non so se ci avete fatto caso, ma l’Italia è lo stato dove il costo del lavoro è più alto e i lavoratori hanno le paghe più basse, è lo stato dove si pagano più tasse e i servizi sono più scadenti, dove si spende di più per le grandi e piccole opere, ma siamo quelli che ne abbiamo di meno, abbiamo il personale del pubblico impiego più numeroso, ma i servizi più lenti e scadenti, ecc. ecc..
Come mai c’è questa “discrasia” tra soldi spesi e opere e servizi? Secondo me la risposta si trova guardando il sistema di potere che c’è in Italia, formato da tre entità: la partitocrazia (questa la conosciamo), ma anche cupole mafiose e cupole massoniche, che dominano nell’ombra. Questo comporta che l’appalto (piccolo o grande che sia) deve andare alla “cordata” giusta, la privatizzazione del bene pubblico pure, la gestione del tal servizio alla cooperativa bianca o rossa o verde a seconda del caso, il tale fa carriera solo se è raccomandato o affiliato di qua o di la… In pratica (con le debite eccezioni che confermano la regola) non è chi offre il miglior servizio, al miglior prezzo che prende l’appalto, non è il miglior impiegato che fa carriera (ovviamente da un certo livello in su), ma quello che risponde a “certi” requisiti di affiliazione… così se i costi lievitano è un bene, perché così si mangia di più e la “cordata” ingrassa. A questo sistema aggiungiamo una diffusa corruzione, il clientelismo e la mancanza di meritocrazia e abbiamo completato il quadro.
Un sistema del genere non ha alcuna possibilità di sopravvivenza nel mondo globalizzato, e non c’è speranza che i partiti possano cambiare questo perché significherebbe decretare la fine del proprio sistema di potere. L’Italia è come una nave che sta affondando nel mare (dei debiti), ovviamente, per salvarla, la prima cosa da fare sarebbe tappare le falle (i buchi) e contemporaneamente pompare fuori l’acqua dalla stiva, ma mentre la spesa per i servizi ai cittadini viene continuamente tagliata, i buchi veri, quelli grossi, generati dal sistema partito-mafio-massonico non vengono toccati, così il pompare continuamente denaro dalle tasche dei cittadini riuscirà solo a ritardare (ma non a evitare) la colata a picco impoverendo ancora di più il popolo.
Infatti come fanno a tirare a campare? Aumentando le tasse, tagliando servizi (sanità, pensioni, assistenza), vendendo beni dello stato, tagliando pezzi di democrazia con la riduzione, ad esempio, dei consiglieri comunali (che costano poche centinaia di euro all’anno, ma che consentivano una buona partecipazione popolare), l’eliminazione delle province (addirittura ancora prima di modificare la costituzione)… e le proposte? Non ce n’è una che va nel senso giusto, si parla dei costi della politica parlando delle indennità dei parlamentari che sono insignificanti rispetto al fantasmagorico giro di miliardi in appalti pilotati, in “privatizzazioni”, in servizi e inefficienze del pubblico impiego, si parla di eliminare il senato (camera delle regioni) riducendolo a una conferenza dei sindaci o poco più…, si parla di uscire dall’euro (così da consentire il giochino della svalutazione e continuare a … mangiarci sopra…) si parla di presidenzialismo e sistemi maggioritari… addirittura di “reddito di cittadinanza” e non si parla più di federalismo, di sistemi anti corruzione, di trasparenza negli appalti, di meritocrazia, di efficienza nel pubblico ecc. ecc. ovviamente perché queste cose vanno a corrodere il sistema di potere costituito. Non solo, ma si va ad intaccare quel poco di democrazia che c’è, così il sistema si avvia verso un preoccupante totalitarismo di minoranza e, visti i precedenti dello stato italiano, il passaggio a qualcosa di peggio è breve… anzi sembra che l’irrigidimento istituzionale a cui assistiamo sia preludio per la repressione di eventuali proteste popolari…
Ad ogni modo, visto che i veri buchi dello stato italiano nessuno andrà a tapparli… quanto tempo andrà avanti questa agonia prima del fallimento?
La situazione non è rosea, perché il sistema, a causa delle ragioni che ho appena esposto, è troppo costoso e i soldi non bastano nemmeno a risanare il debito figuriamoci se ce ne sono per rilanciare l’economia, per fare un esempio l’Italia è come un’anemica a cui sono attaccate una miriade di sanguisughe che stanno succhiando l’ultimo sangue rimasto… adesso queste sanguisughe (visto che sono loro che comandano) dovrebbero decidere di rinunciare a succhiare per salvare la povera malcapitata, sapendo però che se non succhieranno dovranno soccombere loro… e perciò … non lo faranno. Così continueranno a “ciucciare”… ma quando sarà il momento del crack? Lo deciderà l’Europa! Quando si stancherà di acquistare il debito italiano e allora gli interessi schizzeranno improvvisamente alle stelle, parte dei titoli rimarranno invenduti e da quel momento dovremo passare dei momenti difficili, penso che la soluzione più probabile sarà l’uscita dall’euro, non so se per formare un euro dei poveri o per ritornare alla lira… staremo a vedere.
A questo punto mi sorge spontanea una domanda: come possono i Veneti, un popolo con più di tremila anni di storia, lasciarsi cancellare (culturalmente ed economicamente) da un sistema del genere senza reagire?Non so, questa è una cosa che non riesco proprio a capire, però so che se il popolo Veneto avesse indietro la propria libertà e indipendenza avrebbe sia la salvezza culturale che quella economica, non solo, ma l’interruzione dell’enorme flusso di denaro che parte dalle nostre tasche e va in quelle dello stato italiano costringerebbe quello stato a fare quelle riforme che senza questo blocco non farà mai.

 

Indipendenza perché?

21 Giugno 2013
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Abbiamo capito che un progetto politico è indispensabile a raggiungere l’obiettivo, ma qual è il nostro obiettivo? Tutti penseranno: l’indipendenza ovviamente… ma io chiedo perché indipendenza?

Tanti mi hanno detto che visto che lo stato italiano è palesemente irriformabile non rimane altra soluzione che l’indipendenza, infatti tutti quelli che hanno provato a cambiare qualcosa non ci sono mai riusciti. Ma come? Non ci sono un sacco di riforme in atto? Giustamente mi hanno risposto che i cambiamenti in atto non si possono chiamare riforme, ma piuttosto delle regressioni che ci portano indietro di quasi un secolo, esattamente al 1922, con una legge elettorale che sembra la fotocopia della “Acerbo” che aiutò il socialista Mussolini ad andare al potere, a questo aggiungiamo l’abolizione del senato, una centralizzazione dei poteri con un pericoloso autoritarismo e abbiamo capito che non si sta andando avanti, ma indietro, che non sono riforme, ma peggioramenti.

Ma qualcosa di buono non è stato fatto? Certo, ricordo la legge sul fumo che decretò la fine politica del ministro (Sirchia) che la propose e poi la riforma costituzionale del 2001 che trasformò l’Italia in uno stato federale…. Ma come mai non se ne è accorto nessuno? E io rispondo: “Come facciamo ad accorgercene se la costituzione italiana non la rispetta nessuno?” Evidentemente non parlo dei cittadini, ma degli organi della repubblica italiana!! La Corte Costituzionale non ha mai permesso che le competenze previste fossero trasferite alle regioni, ma con sentenze “creative” ha sempre impedito la corretta applicazione della Costituzione Italiana. Vi domanderete come faccio ad affermarlo visto che questa corte è suprema e inappellabile? Non ci vuole molto, ma se sulla Carta Costituzionale c’è scritta una cosa e la Corte dice il contrario, non ci vuole un genio per capire cosa sta succedendo. Ma allora se questo stato è così marcio che non rispetta nemmeno la propria costituzione e le proprie leggi e sta facendo riforme che ci portano indietro invece che avanti, allora significa che l’indipendenza è l’unica soluzione! Difficile da contestare questo… ma mi chiedo, non c’è dell’altro, qualche motivazione più nobile?

Alcuni invece mi hanno portato motivazioni storiche basate sul fatto che questo stato ha provocato crisi economiche una dietro l’altra, ha portato miseria e disperazione che hanno portato ad emigrazioni di massa, ha scatenato guerre in Africa, è stato l’artefice della prima e della seconda guerra mondiale, è stato responsabile di persecuzioni e leggi razziali… c’è bisogno di altro ancora per volere l’indipendenza?

Altri mi hanno detto invece che lo stato italiano è tecnicamente fallito, che è nelle mani di lobbies che fanno solo i loro interessi… mafioso, ladro e corrotto con niente che funziona a partire dalla giustizia, con un fisco ingiusto ed elevatissimo, con servizi da terzo mondo pagati caramente dai cittadini, con leggi che non riflettono la nostra mentalità e cultura, che pratica il clientelismo, la raccomandazione e l’ingiustizia sociale come sistema… Probabilmente o forse sicuramente tutto vero… ma non c’è motivazione in più?

Allora altri hanno affermato che questo stato ci porta via 21 miliardi di euro di residuo fiscale, cioè ne paghiamo più di 70 di tasse e ce ne tornano investiti meno di 50… questa repubblica ci tratta come una colonia da sfruttare e non tutela la nostra cultura, usi costumi e tradizioni… anche questo è vero… ma non c’è qualche motivo in più?

A dir la verità tutte queste ragioni sono più che sufficienti per volersi affrancare da un simile stato e ci vuole anche un gran coraggio a definire “egoista” o peggio “razzista” chi si vuole liberare da tutto questo marciume, ma la mia domanda rimane: non c’è qualcosa di nobile, un ideale, un grande scopo che ci spinge a volere l’indipendenza ?

Certo che c’è! Noi vogliamo la SALVEZZA e la libertà di un popolo, il nostro popolo, il popolo Veneto!!! Ecco in due parole quello che vogliamo e l’unico modo per realizzare questo ideale è raggiungere l’obiettivo della piena indipendenza e sovranità del nostro popolo. L’autonomia non servirebbe a gran ché, anche perché così come te la danno te la possono anche togliere. L’unica garanzia di salvezza e libertà per un popolo è tornare sovrano nella propria nazione, non esistono altre scorciatoie o alternative.

Lo stato italiano si è sempre prodigato per cancellare la nostra storia, lingua, cultura, usi costumi e tradizioni… dobbiamo fermare tutto questo, non c’è alternativa al nostro obiettivo che è la piena indipendenza e sovranità! Così come il popolo Ebraico e tanti altri ancora non si sono sentiti sicuri finché non hanno ritrovato il proprio stato, allo stesso modo noi Veneti, popolo e nazione senza stato, dobbiamo riappropriarci del nostro territorio, ritrovare la nostra autonomia e indipendenza, liberarci dalla dominazione italiana, questo il nostro unico obiettivo , unica via di salvezza!

Uno potrebbe obiettare se ha senso salvare un popolo nel terzo millennio? Noi possiamo rispondere: ma quando mai potrebbe esserci una ragione valida per cancellare un popolo dalla faccia della terra? Ci disperiamo per il pericolo di estinzione della foca monaca o delle balene e permettiamo che un popolo venga cancellato senza nemmeno protestare? Cancellare la cultura e l’identità di un popolo significa andare contro la carta dei diritti dell’uomo…appunto per questo è un crimine contro l’umanità! Pertanto diamoci da fare per liberarci presto.

Altri mi chiedono se l’indipendenza sarebbe economicamente vantaggiosa. Certo che dall’indipendenza ci sarebbe un grande convenienza economica, senza avere da mantenere l’Italia  saremmo più ricchi di Austria e Svizzera, ma questo non è così importante, la salvezza di un popolo va perseguita anche a costo di sacrifici economici, la salvezza e la libertà di un popolo è più importante della ricchezza, ma noi non abbiamo questo dilemma, perché la schiavitù ci costa molto di più della libertà!

La nostra vita è piena di preconcetti, conosciamo una nuova persona e subito, a prima vista, ci facciamo un’idea su di lui o su di lei, ma non ci limitiamo a questo, spesso facciamo molta fatica a cambiare opinione, anche quando ci rendiamo conto di aver proprio sbagliato giudizio.
Sfruttando questa nostra propensione al pregiudizio, ci sono alcuni preconcetti che ci vengono abilmente inculcati senza che ce ne rendiamo pienamente conto, così ci ritroviamo a condividere e dare per scontate alcune idee e alcune opinioni che sono, invece molto lontane dalla realtà. Giornali e TV sono maestri nel creare questo tipo di “pensiero comune” che serve per “demonizzare” alcune correnti di pensiero non gradite al regime.
Cosa vuol dire “demonizzare”? Significa rendere assolutamente disdicevole e inaccettabile qualcosa a tal punto da impedirne la valutazione, in pratica “demonizzando” si impedisce il giudizio su una data cosa perché la si scarta priori, in altre parole si ottiene il rifiuto di un’idea senza che questa venga opportunamente valutata.
Più l’idea è giusta, più l’idea è efficace, più l’idea è reale, più l’idea è pericolosa per il regime, più deve essere demonizzata, cioè il sistema deve impedire che i cittadini la prendano in considerazione; devono far sì che il cittadino la rifiuti senza fare le proprie valutazioni, perché sanno bene che se il cittadino comincia ad analizzarla non potrà che condividerla e farla sua! In questo caso con la “demonizzazione” si ottiene il rifiuto a priori, di fatto impedendo la libertà di giudizio e la libertà di opinione.
Per chi ha il controllo dei mezzi d’informazione è molto semplice demonizzare un’idea, mettendo in una certa luce alcuni fatti, dando risalto ad alcuni aspetti, mistificando alcune verità, deridendo alcune cose con una frecciatina di qua e una battutina di la, così senza sapere il perché ci ritroviamo tutti a dare per scontati pregiudizi e preconcetti su idee e persone arrivando a capovolgere completamente la realtà delle cose.
Adesso stiamo tutti pensando che questo succede solo agli altri, perché noi non sbagliamo mai e quando abbiamo conosciuto una persona da due minuti abbiamo già capito tutto, ma purtroppo o per fortuna non è così; purtroppo tutti noi siamo vittime dei nostri pregiudizi e dell’informazione o meglio della disinformazione che ci viene inculcata.
Difficile da credere? Passiamo agli esempi! Analizzerò preconcetti, pregiudizi e luoghi comuni che riguardano l’indipendentismo Veneto cercando, come il solito la dimostrazione dei fatti più che l’esposizione di opinioni.
Razzisti! Questo è il padre di tutti i pregiudizi, non ho capito bene come si è sviluppato, di certo è stato il primo, probabilmente anche favorito da certe prese di posizione di un certo movimento che di indipendentista ha solo le parole, ad ogni modo non si capisce perché una persona o un movimento che chiede la libertà per la propria terra dovrebbe essere razzista. Ma andiamo a vedere cosa chiedono questi indipendentisti: vogliono esercitare il diritto di autodeterminazione dei popoli così come previsto dalla Carta dei Diritti dell’Uomo dell’ONU, ma se questi rivendicano un diritto della carta dei diritti umani significa che sono umanitari e non certo razzisti! Ecco che abbiamo scoperto che un indipendentista non solo non è razzista, ma addirittura umanitario, ma allora chi sono quelli che negano i diritti della Carta dei Diritti dell’Uomo? Ovviamente razzisti e nazisti! Ecco che abbiamo scoperto che i veri razzisti e nazisti sono proprio quelli che negano il diritto all’autodeterminazione e all’indipendenza di un popolo!
Egoisti! Perché non vogliono dividere i loro soldi con chi è più povero… ma è proprio così? No, non è così, perché non si tratta di dividere soldi, ma di farseli gestire (rubare) da altri. Il governo italiano vuole i soldi per gestirli e decidere a chi darli, ma anche qui il patto internazionale dei diritti civili e politici parla chiaro: “… tutti i popoli possono disporre liberamente delle proprie ricchezze e delle proprie risorse naturali.”, ma se noi chiediamo di farlo siamo egoisti. Sarebbe come definire egoista uno schiavo che vuole la propria libertà o che vuole essere pagato per il proprio lavoro… oppure sarebbe come definire egoista uno che non vuole farsi derubare: è evidente che l’egoismo è un’altra cosa. prendere i soldi a qualcuno senza il suo consenso si chiama proprio rubare o rapinare se uso la forza per farlo. Ma quanti di questi soldi vengono spesi nel territorio Veneto? Solo una parte, tantissimi denari non tornano più... il fenomeno di uno stato che si appropria delle risorse economiche di un popolo per usarle per i propri fini si chiama colonialismo. Ma come vengono spesi i soldi prelevati al popolo Veneto? Vengono sperperati nei sprechi, nelle inefficienze e nelle ruberie dello stato italiano, mentre i Veneti vorrebbero vederli spesi bene nel proprio territorio per avere servizi sociali efficienti e infrastrutture adeguate senza sprechi… ma Infatti questo significa previdenza, lungimiranza, oculatezza ed economia. Adesso ci siamo resi conto che gli indipendentisti non solo non sono egoisti, ma addirittura previdenti, lungimiranti, oculati ed economici! Ma allora chi sostiene il sistema italiano com’è? Abbiamo appena dimostrato che è egoista, ladro e colonialista! Ecco che abbiamo scoperto che i veri egoisti, ladri e colonialisti sono proprio quelli che portano via le risorse al popolo Veneto!

 

Reazionari, retrogradi, anacronistici! Ma come si fa a pensare a un Veneto indipendente nel mondo globalizzato del terzo millennio? Se non fosse una cosa tragica questo sarebbe il più comico dei pregiudizi. Ma il Veneto indipendente sarebbe veramente una regressione? Pensiamo a un prigioniero che torna libero è una regressione o una conquista? Conquistare la libertà non può mai essere anacronistico, retrogrado o reazionario specialmente per un popolo. Ma andiamo a vedere cosa sostengono quelli che muovono queste critiche: lo stato italiano! Uno stato ottocentesco che non è strutturato per affrontare in modo competitivo il nuovo mondo globalizzato. Questa tipologia di stati nati sul modello post rivoluzionario francese, sono quelli che hanno scatenato una marea di guerre proprio per la loro natura, troppo grandi per avere una corretta e efficiente gestione interna e troppo piccoli per consentire un buon sviluppo del commercio e dell’economia, per questo hanno cercato di espandersi con le colonie e con le guerre. Capito questo, per evitare nuove guerre e consentire il libero commercio, si è dato il via alla globalizzazione, ma questi vecchi stati ottocenteschi, non sono strutturati per essere competitivi in questo nuovo scenario globale, troppo costosi, troppo inefficienti e troppo lontani dalla gente, anche quando funzionano, figuriamoci quando sono allo sfascio, corrotti e irriformabili come quello italiano.Le riforme proposte finora tagliano pezzi di democrazia (senato, province, comuni), non toccano i magna magna e accentrano poteri in puro stile totalitario, questo è essere reazionari, retrogradi e anacronistici! Continuare con l’accanimento terapeutico per far tirare avanti questi zombie istituzionali di stati ottocenteschi è il vero anacronismo!! Ora andiamo a vedere cosa vogliono gli indipendentisti veneti. Uno stato che salvaguardi la propria identità e cultura, uno stato efficiente e leggero, competitivo nel mondo globale, promotore delle libertà, del commercio, dell’industria, della cultura, del rispetto, ecc. ecc.… è anacronistico questo? O invece è futuro, è progresso….è un sogno? Ecco che abbiano dimostrato che gli indipendentisti veneti non solo non sono reazionari, retrogradi e anacronistici, ma addirittura sono proiettati verso il futuro, progressisti e sognatori di un mondo migliore! Ma abbiamo capito anche che i veri reazionari, retrogradi e anacronistici sono proprio i matusalemme incartapecoriti che sostengono i vecchi stati ottocenteschi come l’Italia.

 

Separatisti, divisori, secessionisti! Tanti pensano che su questo punto non ci sia nulla da eccepire, è talmente evidente la cosa che tanti indipendentisti cadono in questo luogo comune, ma siamo sicuri che è proprio così? Cosa dovrebbero dividere questi indipendentisti veneti? Il popolo Veneto? Certamente no, lo vogliono addirittura riunire! Il popolo italiano? Nemmeno, visto che parlano solo e unicamente di popolo Veneto e non di quello italiano. E allora? Gli indipendentisti vogliono l’autogoverno del popolo Veneto perché ora il popolo Veneto è governato dallo stato italiano, uno stato che preleva risorse e che le usa per i propri scopi ritornandone solo una misera parte sul territorio, uno stato che da quando governa le terre venete cerca di eliminare identità, cultura, storia, usi, costumi e tradizioni del popolo veneto e gli indipendentisti vogliono liberarsi da questa dominazione, anche perché, è bene ricordarlo, questo stato è così marcio da non applicare nemmeno la propria costituzione che prevedrebbe ampi poteri per le regioni! Ecco che abbiamo scoperto che gli indipendentisti Veneti non vogliono dividere nulla, ma semplicemente liberarsi dalla dominazione di uno stato che non gli appartiene, che usa le terre Venete come una colonia, pertanto non sono e non possono essere separatisti, divisori e secessionisti, ma sono solo liberatori! Questa non è una differenza da poco o solo una precisazione, ma una sostanziale differenza… tra separare e liberare c’è di mezzo il mare! Se uno stato governa su un popolo e il popolo si affranca non avviene una separazione, ma una liberazione! Se dei rapitori catturano un ostaggio noi andiamo a liberalo non a separarlo dai sequestratori, allo stesso modo il popolo Veneto si deve liberare dalla dominazione italiana e non si deve separare da niente e nessuno, anzi deve ritrovale la propria unità! Infatti chi governando un popolo depreda le loro risorse e cancella la loro identità e cultura è un oppressore.

 

Ignoranti e rozzi. Anche questo pregiudizio è molto diffuso. Sarà forse perché le TV alle manifestazioni spesso riprendono i personaggi più pittoreschi oppure perché gli indipendentisti parlano veneto, fatto sta che tanti si fanno questa idea, ma siamo sicuri che sia proprio così? Visto il livello di scolarizzazione medio si può dare per scontato che l’italiano più o meno bene lo sanno parlare tutti, pertanto parlare veneto, cioè conoscere una lingua in più non può essere considerato un segno di ignoranza. A questo aggiungiamo che un indipendentista Veneto, mediamente, conosce molto bene storia e cultura veneta pertanto definirlo ignorante pare, quanto meno fuori luogo. A differenza dei veneti che non sono indipendentisti che, con le dovute eccezioni che confermano la regola, non conoscono la propria vera storia, non conoscono la propria cultura, l’identità, gli usi e i costumi del nostro popolo… ma se non conoscono significa che ignorano… e colui che ignora si chiama ignorante (nel senso letterale del termine). Ecco che abbiamo scoperto che i veri ignoranti sono proprio tra quei veneti che non sono indipendentisti, mentre spesso gli indipendentisti hanno un buon bagaglio culturale, almeno per quello che riguarda il proprio popolo e la propria terra.
In pratica ci siamo resi conto che il regime dipinge gli indipendentisti più o meno così: razzisti, egoisti, reazionari, retrogradi, anacronistici, separatisti, divisori, secessionisti, ignoranti e rozzi… invece abbiamo constatato attraverso un’analisi dei fatti concreti, con le debite eccezioni che confermano la regola, che sono umanitari, previdenti, lungimiranti, oculati, economici, proiettati verso il futuro, progressisti, sognatori, liberatori e colti… non solo, ma ci siamo anche resi conto che chi si oppone all’indipendenza di un popolo è razzista, nazista, egoista, ladro, colonialista, reazionario, retrogrado, anacronistico, oppressore e ignorante.
E tu da che parte stai?