
Francesco

Dopo aver scritto dell’assoluta necessità di dotarsi di un efficace progetto politico e aver capito che l’unica via per concretizzare il nostro grande ideale di salvezza e libertà del popolo veneto è raggiungere l’obiettivo della piena indipendenza e sovranità del nostro popolo. Dopo aver scelto il metodo democratico per realizzarlo, finalmente è arrivato il momento di parlare del progetto vero e proprio. Questo è il piano d’azioni pensato dal “Forum dei Veneti” ancora nel 2007, ma ancora estremamente attuale e purtroppo mai realizzato in maniera coordinata ed efficace. Ecco lo schema:
· Azione politica – Serve per arrivare alla maggioranza in consiglio e giunta regionale, non solo, serve anche ad acquisire più punti di potere che consentano di attuare con efficacia tutte le altre azioni del progetto. Serve per aver tutele, visibilità e considerazione, per aver accesso a contributi e finanziamenti. È utile per realizzare norme e leggi che facilitino il percorso. Per avviare trattative a tutti i livelli al fine di raggiungere i nostri obiettivi. Per concretizzare questo punto serve un partito unitario e il consenso popolare.
· Azione giuridica – Volta ad attuare e far attuare tutte quelle norme e leggi di tutela della identità e cultura del popolo veneto, ma anche dei diritti umani. Serve per dimostrare anche l’illegalità della dominazione italiana. Comprende azioni legali di tutela diritti culturali ed economici, class-action, ma anche il riconoscimento della lingua veneta e della nazionalità veneta. Può servire per arrivare ad avere un’anagrafe che ci registri come veneti.
· Azione diplomatica – Avviare contatti e accordi internazionali. Significa essere continuamente in contatto con partiti e associazioni indipendentiste d’Europa e del mondo, ma non solo, avere contatti anche con capi di stato e governi che possono appoggiarci e aiutarci nel raggiungimento del nostro obiettivo. Promuovere e diffondere a livello internazionale le nostre istanze in modo che il “mondo sappia”.
· Azione identitaria e culturale – Consiste nel risvegliare la coscienza veneta, ravvivare l’appartenenza al Popolo Veneto e alla Nazione Veneta. Far conoscere la nostra vera storia, diffondere usi costumi e tradizioni del nostro popolo. Far conoscere, usare e far usare la lingua veneta, ottenerne l’insegnamento scolastico. Diffondere e far conoscere la nostra cultura. Capire e far capire che i veneti non sono italiani, non lo sono mai stati, anche se ci hanno sempre inculcato il contrario.
· Azione motivazionale – Significa aumentare la volontà indipendentista, anche se lo stato italiano ci sta aiutando in modo eccellente con le sue controriforme, con la sua politica migratoria, con le sue ruberie ed inefficienze ad aumentare la volontà indipendentista, noi dobbiamo informare correttamente i veneti delle grandi opportunità culturali ed economiche che avrebbe il Veneto indipendente. Non solo, ma anche far conoscere le ingiustizie, l’oppressione, la persecuzione e la violenza culturale e fisica a cui è stato ed è sottoposto il nostro popolo. Informare sulla situazione economica reale dello stato italiano.
Questo è il progetto politico, ovviamente essendo stato redatto quasi dieci anni fa, ha bisogno di essere rinfrescato e adattato, ma, a mio parere, è ancora estremamente attuale e aspetta solo di essere realizzato. Ovviamente un progetto del genere deve avere sempre quella elasticità e fluidità necessarie per adattarsi ad ogni situazione possibile.
Adesso bisogna tradurre tutte queste azioni teoriche in azioni concrete e coordinate attraverso un programmazione puntuale e precisa, ognuno di noi si deve scegliere uno o più settori nei quali operare e i mezzi per realizzarli. I mezzi possono essere strumenti come giornali, TV e siti internet così come associazioni e movimenti.
L’unico pericolo di questo progetto è che rimanga ancora nel cassetto e che non si traduca in azioni concrete, altra cosa da prestare attenzione è quella di non farsi deviare verso azioni inconcludenti, dannose o contrarie al raggiungimento dei nostri obiettivi, detto questo, non ci rimane altro che cominciare a lavorare.
Francesco Falezza


Ovviamente questo è un caso limite e abbiamo dato uno sguardo a delle banalità, ma la stessa cosa succede un po’ per tutto, anzi per questioni più importanti di un bicchier di vino e di un pezzo di carne i conflitti diventano ancora più acuti.


Abbiamo capito che un progetto politico è indispensabile a raggiungere l’obiettivo, ma qual è il nostro obiettivo? Tutti penseranno: l’indipendenza ovviamente… ma io chiedo perché indipendenza?
Tanti mi hanno detto che visto che lo stato italiano è palesemente irriformabile non rimane altra soluzione che l’indipendenza, infatti tutti quelli che hanno provato a cambiare qualcosa non ci sono mai riusciti. Ma come? Non ci sono un sacco di riforme in atto? Giustamente mi hanno risposto che i cambiamenti in atto non si possono chiamare riforme, ma piuttosto delle regressioni che ci portano indietro di quasi un secolo, esattamente al 1922, con una legge elettorale che sembra la fotocopia della “Acerbo” che aiutò il socialista Mussolini ad andare al potere, a questo aggiungiamo l’abolizione del senato, una centralizzazione dei poteri con un pericoloso autoritarismo e abbiamo capito che non si sta andando avanti, ma indietro, che non sono riforme, ma peggioramenti.
Ma qualcosa di buono non è stato fatto? Certo, ricordo la legge sul fumo che decretò la fine politica del ministro (Sirchia) che la propose e poi la riforma costituzionale del 2001 che trasformò l’Italia in uno stato federale…. Ma come mai non se ne è accorto nessuno? E io rispondo: “Come facciamo ad accorgercene se la costituzione italiana non la rispetta nessuno?” Evidentemente non parlo dei cittadini, ma degli organi della repubblica italiana!! La Corte Costituzionale non ha mai permesso che le competenze previste fossero trasferite alle regioni, ma con sentenze “creative” ha sempre impedito la corretta applicazione della Costituzione Italiana. Vi domanderete come faccio ad affermarlo visto che questa corte è suprema e inappellabile? Non ci vuole molto, ma se sulla Carta Costituzionale c’è scritta una cosa e la Corte dice il contrario, non ci vuole un genio per capire cosa sta succedendo. Ma allora se questo stato è così marcio che non rispetta nemmeno la propria costituzione e le proprie leggi e sta facendo riforme che ci portano indietro invece che avanti, allora significa che l’indipendenza è l’unica soluzione! Difficile da contestare questo… ma mi chiedo, non c’è dell’altro, qualche motivazione più nobile?
Alcuni invece mi hanno portato motivazioni storiche basate sul fatto che questo stato ha provocato crisi economiche una dietro l’altra, ha portato miseria e disperazione che hanno portato ad emigrazioni di massa, ha scatenato guerre in Africa, è stato l’artefice della prima e della seconda guerra mondiale, è stato responsabile di persecuzioni e leggi razziali… c’è bisogno di altro ancora per volere l’indipendenza?
Altri mi hanno detto invece che lo stato italiano è tecnicamente fallito, che è nelle mani di lobbies che fanno solo i loro interessi… mafioso, ladro e corrotto con niente che funziona a partire dalla giustizia, con un fisco ingiusto ed elevatissimo, con servizi da terzo mondo pagati caramente dai cittadini, con leggi che non riflettono la nostra mentalità e cultura, che pratica il clientelismo, la raccomandazione e l’ingiustizia sociale come sistema… Probabilmente o forse sicuramente tutto vero… ma non c’è motivazione in più?
Allora altri hanno affermato che questo stato ci porta via 21 miliardi di euro di residuo fiscale, cioè ne paghiamo più di 70 di tasse e ce ne tornano investiti meno di 50… questa repubblica ci tratta come una colonia da sfruttare e non tutela la nostra cultura, usi costumi e tradizioni… anche questo è vero… ma non c’è qualche motivo in più?
A dir la verità tutte queste ragioni sono più che sufficienti per volersi affrancare da un simile stato e ci vuole anche un gran coraggio a definire “egoista” o peggio “razzista” chi si vuole liberare da tutto questo marciume, ma la mia domanda rimane: non c’è qualcosa di nobile, un ideale, un grande scopo che ci spinge a volere l’indipendenza ?
Certo che c’è! Noi vogliamo la SALVEZZA e la libertà di un popolo, il nostro popolo, il popolo Veneto!!! Ecco in due parole quello che vogliamo e l’unico modo per realizzare questo ideale è raggiungere l’obiettivo della piena indipendenza e sovranità del nostro popolo. L’autonomia non servirebbe a gran ché, anche perché così come te la danno te la possono anche togliere. L’unica garanzia di salvezza e libertà per un popolo è tornare sovrano nella propria nazione, non esistono altre scorciatoie o alternative.
Lo stato italiano si è sempre prodigato per cancellare la nostra storia, lingua, cultura, usi costumi e tradizioni… dobbiamo fermare tutto questo, non c’è alternativa al nostro obiettivo che è la piena indipendenza e sovranità! Così come il popolo Ebraico e tanti altri ancora non si sono sentiti sicuri finché non hanno ritrovato il proprio stato, allo stesso modo noi Veneti, popolo e nazione senza stato, dobbiamo riappropriarci del nostro territorio, ritrovare la nostra autonomia e indipendenza, liberarci dalla dominazione italiana, questo il nostro unico obiettivo , unica via di salvezza!
Uno potrebbe obiettare se ha senso salvare un popolo nel terzo millennio? Noi possiamo rispondere: ma quando mai potrebbe esserci una ragione valida per cancellare un popolo dalla faccia della terra? Ci disperiamo per il pericolo di estinzione della foca monaca o delle balene e permettiamo che un popolo venga cancellato senza nemmeno protestare? Cancellare la cultura e l’identità di un popolo significa andare contro la carta dei diritti dell’uomo…appunto per questo è un crimine contro l’umanità! Pertanto diamoci da fare per liberarci presto.
Altri mi chiedono se l’indipendenza sarebbe economicamente vantaggiosa. Certo che dall’indipendenza ci sarebbe un grande convenienza economica, senza avere da mantenere l’Italia saremmo più ricchi di Austria e Svizzera, ma questo non è così importante, la salvezza di un popolo va perseguita anche a costo di sacrifici economici, la salvezza e la libertà di un popolo è più importante della ricchezza, ma noi non abbiamo questo dilemma, perché la schiavitù ci costa molto di più della libertà!