Gender ?

04 Novembre 2015 Written by 
in Idee
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In questi tempi si sente parlare spesso della teoria Gender, ma ben pochi sanno esattamente di cosa si tratta, ho provato a leggere diversi pareri, ma, ho notato, che ognuno aveva una versione diversa dall’altro, tutti l’avevano interpretata e manipolata a proprio piacimento, esponendo le cose che più piacevano e tacendone altre che non gradivano.

Brevemente i punti fondamentali di questa  “teoria” si potrebbero riassumere così: non esistono differenze fra il maschile e femminile, l’identità sessuale prescinde dal dato biologico: è determinata invece dai modelli culturali e sociali, nella persona, nella famiglia, nella società i ruoli sono fluidi e intercambiabili.

Questi studi di genere considerano la nostra identità, una realtà complessa e dinamica, una sorta di mosaico composto dalle categorie di sesso, genere, orientamento sessuale e ruolo di genere. Ma mentre il sesso è determinato biologicamente (cioè nasciamo maschi o femmine), il genere viene considerato un costrutto socioculturale, in sostanza, qualcosa che si acquisisce, che non è innato, e che ha a che fare con le differenze socialmente costruite fra i due sessi, l’identità di genere riguarda il sentirsi uomo o donna, altra cosa ancora è l’orientamento sessuale che è l’attrazione, affettiva e sessuale, che possiamo provare verso gli altri.

Ma perché si parla tanto di questo? A causa della riforma cosiddetta della “Buona Scuola”, in particolare a causa del comma 16 dell’art. 1 legge 107/2015 che recita: “Il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei princìpi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni….”

Questo articolo a prima vista pienamente condivisibile, ha destato preoccupazione per l’uso della parola genere e delle interpretazioni che ne potrebbero seguire; infatti già in alcune scuole, ancor prima dell’approvazione di questa legge, si sono realizzate iniziative e acquistato libri che hanno sviluppato temi riconducibili alla cosiddetta “Teoria Gender”. Il timore è che attraverso le interpretazioni di questa legge l’ideologia lasci il piano del dibattito di idee per entrare nella vita quotidiana di cittadini e famiglie.

Il ministro della pubblica istruzione si è affrettato a diramare una circolare dove ha ribadito che non c’è alcuna intenzione di fare questo, ma solo di prevenire violenze e discriminazioni. Vedremo se questo sarà mantenuto o se, invece col passare del tempo, verrà cambiata questa interpretazione. Un vecchio politico italiano diceva: “A pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca!”.

Ma veramente questi studi e/o questa teoria potrebbero essere efficaci per evitare violenze e discriminazioni? E le politiche fatte finora sono o non sono efficaci contro questi problemi?

Dove sono state applicate si sono tradotte in una educazione sessuale precoce che assomiglia più a un’iniziazione che ad una educazione vera e propria, oltre ad avere il limite di occuparsi quasi esclusivamente del cosiddetto “bullismo omofobico” quando sappiamo che il problema della violenza e ben più ampio e va affrontato a 360°.

Come funziona? In pratica si tende a negare le differenze tra i sessi, si considera il genere a prescindere dalla natura biologica dell’individuo, in pratica uno è quello che si sente e vuole essere, o meglio è quello che è stato educato ad essere. Pertanto rimuovendo questi stereotipi educativi si elimina la reazione violenta di alcuni e si otterrebbe libertà e rispetto per tutti.

Purtroppo ,o per fortuna, la realtà non funziona così, già da quando siamo piccolissimi emergono le differenze tra maschi e femmine, al di là dell’educazione ricevuta. Lo si nota chiaramente nei giochi, nell’aggressività, nei comportamenti ancora prima della maturazione sessuale e psicologica, che avviene con tempi diversi e che farà aumentare ancora di più queste differenze.

Pertanto negando o ignorando queste differenze o, peggio, educando qualcuno ad essere quello che non è, si otterrà ancora più frustrazione che sappiamo andrà a sfociare nell’aggressività e nella violenza.

La soluzione del problema invece va proprio nella direzione opposta, infatti non è negando le differenze che lo si risolve, ma è solo insegnando a rispettarle che si può ottenere qualche buon risultato. Le differenze ci sono, sono evidenti e sotto gli occhi di tutti perché negarle? Cosa si spera di ottenere? Ci vuole tanta educazione civica che insegna a rispettare non solo le differenze e preferenze sessuali, ma anche tutte le altre!!!

Pensate un po’ a che società stanno creando: stanno deportando (non vedo termine più adatto) milioni di stranieri provenienti da culture profondamente diverse dalla nostra, per dirlo con chiarezza queste persone hanno una concezione della donna, della religione e della società simile a quella che noi avevamo almeno 700 anni fa… e vogliamo spiegare a questi la parità tra i sessi? Le pari opportunità? Fargli accettare i matrimoni omosessuali?

Poi l’Italia, che si crede tanto emancipata, perde dal 10 al 15% di turisti a favore di Grecia, Croazia e Spagna perché non ci sono spiagge per la tintarella integrale, in quasi tute le saune è obbligatorio l’uso del costume da bagno anche se sanno bene che le fibre sintetiche a quelle temperature si decompongono generando sostanze altamente tossiche, la prostituzione è nelle mani delle mafie e non esistono leggi efficaci per regolamentarla e per tutelare chi pratica quel mestiere!!! Capiamo subito che lo stato italiano non è nemmeno in grado di affrontare questi problemi relativamente semplici. Ma, non solo, assistiamo ancora ad omicidi e attacchi con l’acido scatenati dalla gelosia, per non parlare dei delitti di immigrati che hanno ucciso la figlia perché non voleva indossare il burka! In questo contesto, che disegna un paese incapace di affrontare e regolamentare problemi conosciuti e vecchi come questi, figuriamoci cosa combinerà nell’affrontare problemi complessi come il bullismo giovanile, le pari opportunità, l’integrazione, il disadattamento, le violenze domestiche e giovanili.

Non dimentichiamo che alcuni di questi problemi sono causati anche da un’immigrazione extracomunitaria sfrenata e deregolamentata, che ha comportato un rimescolamento di culture troppo diverse tra loro, che ha causato problemi di disadattamento e mancata integrazione che generano frustrazione che inevitabilmente sfocerà in violenza.

Questo ci dice la psicologia… e per risolvere tutto questo? Si vuole forse ispirarsi alla perversa teoria del Gender? L’errore di questa ideologia e quello di negare le differenze, cosa che lo stato italiano è ben abituato a fare nella sua attività di cancellazione delle identità e dei popoli che abitano la penisola italica, invece la soluzione va proprio nella direzione opposta, cioè solo rispettando e insegnando a rispettare le differenze se ne viene fuori! Ma non esistono solo le differenze di genere, ci sono anche quelle culturali, quelle dei popoli in generale e quella del popolo Veneto in particolare!!! Bisogna rispettare tutte queste differenze se si vuole veramente costruire una società tollerante, altrimenti violenze e soprusi continueranno ad esserci e sempre in misura maggiore.

Francesco Falezza

3512 Last modified on Mercoledì, 04 Novembre 2015 18:16
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